Fatality club

E’ da un po’ che non riesco ad aggiornare il
blog…il problema è che la connessione in ufficio diventa ogni giorno peggio.
Prima avevo la certezza che quantomeno al mattino funzionasse, da una settimana
ho perso pure quest’unica sicurezza…la connessione funziona in maniera
totalmente random e la cosa mi innervosice parecchio. Solo a me; a tutto il
resto dell’ufficio la mancanza di connessione non pone alcun problema. Ah,
dimentico sempre: in ufficio anche l’acqua scompare dalle
13.00 in avanti. La cosa incredibile è che credo che questo accada da sempre,
ma sembra che nessuno si sia mai preoccupato di trovare una soluzione (idem per
i problemi di connessione). Nessuno può pisciare nel pomeriggio. Nessuno può
scrivere mail o fare ricerche su internet. Pas des problemes. La segretaria
arrangia i suoi pomeriggi appoggiando la testa sulla scrivania e dormendo. Gli
altri non capisco bene cosa facciano, ma sembrano sempre impegnatissimi. Questo
del non cercare soluzioni ai problemi fa parte di un fatalismo tipicamente
africano. Non funziona… ce n’est pas grave, funzionerà quando Dio lo vorrà (si Dieux le veut – intch Allah, a seconda della religione). Nessuno fa lo sforzo
di capire perché, o come fare per riparare.
Il tempo, gli impegni, la fretta, il disagio
che una mancanza può arrecare sono concetti che in Africa (almeno nell’Africa
che ho conosciuto io) non esistono. Esempio. La moto. Inizialmente la frizione della
mia moto è stata considerata dal meccanico come un optional assolutamente non
necessario. Dal primo giorno ho detto al meccanico che me l’ha venduta che la
leva del cambio mi sembrava eccessivamente dura. Risposta: “È normale, abbiamo
rifatto tutta la “boite de vitesse”, vedrai che in un paio di giorni gli
ingranaggi si sistemano e sarà perfetta”. Non gli credo minimamente, si vede
lontano mille miglia che quella boite de vitesse è stata toccata, forse, nel
1982. Ok, comunque guido per 3-4 giorni. Il pollicione del piede sinistro mi fa un male
cane, perché il cambio rimane davvero troppo duro (per forza, non c’è la
frizione….). Al semaforo devo essere rapidissimo a trovare la folle, perché,
come ho detto, la frizione è come se non esistesse, quindi se tengo la prima
con la frizione schiacciata devo sempre accelerare un po’, se no si spegne…e la
moto ovviamente avanza…e al semaforo non é geniale…Bon, l’altro giorno in pausa pranzo ho deciso di andare
dal meccanico…arrivo e lui, tutto sorridente e gentile: “Non c’è problema, tu vai a mangiare,
alla moto ci penso io, per le 14.15 è pronta!” io: “Sei sicuro? Guarda che alle
14.30 devo essere in ufficio” lui: “Vai tranquillo, sarà pronta per le 14”…insisto
un po’, faccio un po’ lo spiritoso…domando se siamo d’accordo sul concetto di “ore
14”…vai tranquillo a mangiare… Ok, mi ha convinto; mangio (promesso, presto scriverò
cosa si mangia qui). Torno alle 14.10. Il meccanico ha appena cominciato, con una flemma inverosimile, a
svitare dei bulloni intorno alla “boite vitesse”…Non mi innervosisco neanche,
so che in questo momento non serve a nulla (invece più tardi, forse, sarà necessario arrabbiarsi)…il meccanico mi lascia senza moto,
ma dal suo punto di vista non mi sta arrecando alcun disagio…posso prendere uno
zem, andare al lavoro, ritornare alle 18 da lui, e forse la moto sarà pronta.
Se non sarà pronta potrò prendere un altro zem, tornarmene a casa, e riprovare
l’indomani…dov’è il problema? Il fatto che arriverò a casa più tardi, che non potrò
andare a fare la spesa, che l’indomani mattina dovrò svegliarmi un quarto d’ora
prima perché dovrò andare in ufficio con lo zem…tutto cio’ è un problema sono
nella mia testa occidentale…avevo pianificato…grande errore. Su questo l’India
e l’Africa si assomigliano. In India quando ci si da un appuntamento diciamo alle 10 del mattino, significa che sarebbe maleducato arrivare prima delle 10 e che l’oraio é elastico fino alle 13. La mancanza di orari, il concetto di tempo cosi
diverso dal nostro. Non è facile incastrarci la mia zucca di bianco
ipercinetico. A volte ci riesco e mi fa quasi sorridere. Altre volte mi viene
un nervoso…giovedì sono andato a seguire una conferenza. L’invito che abbiamo
ricevuto diceva “ore 8.30 precise”. Per non saper ne leggere ne scrivere ho deciso
di andarci alle 9. Alle 10.30 comincia a fare il suo ingresso la rappresentante del PNUD, mentre per la ministra dovremo aspettare almeno le 11. In tutto questo le uniche persone dall’aria scocciata (dopo due ore di attesa) siamo io e Katlijne, una ragazza fiamminga che lavora per la cooperazione belga…tutti gli altri partecipanti beninoises sono tranquilli….pas de problemes.

This entry was posted in Generale, In Benin. Bookmark the permalink.

One Response to Fatality club

  1. Gio says:

    Take it easy bredda!!

Comments are closed.