Bohicon

La settimana passata è stata decisamente intensa…come sempre
devo partecipare a un sacco riunioni….più vado avanti e più scopro nuove
tematiche di cui non sapevo nulla…e quindi tornato dalle riunioni comincio la
ricerca (connessione permettendo) per capire di cosa mi hanno parlato nelle
ultime 3-4 ore. Inizialmente questa cosa di partecipare-rappresentare non mi
piaceva affatto. Adesso che comincio a capire di cosa mi parlano mi si
accendono mille lampadine di curiosità. Forse quest’anno non sarà utilissimo ai
fini delle ricerche per il dottorato, ma sicuramente imparerò un sacco di altre
cose che torneranno utili nei prossimi anni. Ho finalmente avuto il benestare
del prof in Italia e del “chargé du programme” di qui per fare ricerca
sull’agricoltura urbana a Cotonou…non solo per la mia tesi, ma magari anche per
una pubblicazione! Sono arrivato a venerdi stanco, ma in definitiva soddisfatto.
Avevo promesso a Olga (cfr “Mood Indigo”) che sarei andato a
trovarla a Bohicon, dove spesso abita (se non è a Cotonou, in Mali o in Burkina
Faso)…venerdi sera ne ho parlato con i tre giornalisti che si sono detti
interessati a vedere Bohicon e il palazzo reale di Abomey, ma con l’intenzione
di tornare sabato sera stesso…non amavano troppo l’idea di dormire in un
villaggio, probabilmente scomodi, al caldo, senza doccia e nel casino di una
famiglia allargata…a me invece sembrava una cosa simpatica…ho avuto modo di
conoscere la vita in famiglia in Senegal e in India…di quella beninense non so
nulla. Ci siamo dunque messi d’accordo per partire insieme, ma probabilmente
tornare separati. Appuntamento per sabato a mezzogiorno. I ragazzi arrivano con
tutta calma verso le 14 e raggiungiamo Bohicon solo per le 16.30. Olga viene a
prenderci con sua sorella e suo fratello e ci portano subito a mangiare in un
piccolo maquis. Ci offrono il pranzo, comprano altre boissons (coca cole, birre
etc.) e ci portano a casa della sorella di Olga.
La casa è piena di bambini, dagli 1,5 mesi dell’ultima arrivata (figlia della sorella di Olga) ai 12 anni
di Alida, figlia di Olga. Assistiamo alla pulizia della neonata, operazione che
richiede circa due ore. Solo la sorella maggiore di Olga può lavarla. La
piccola non deve solo essere lavata, ma anche massaggiata (due volte al giorno). In particolare il naso
richiede un trattamento speciale: pulizia delle narici e massaggi per plasmarlo
e farlo restare piccolo. Domando a Olga se queste pulizie cosi minuziose
vengono fatte a tutti i bambini beninois…mi spiega che è un trattamento
riservato ai discendenti della famiglia reale, come loro…di quale re si tratti
non lo ricordo …in Benin quasi ogni villaggio ha un suo re e una stirpe reale
decisamente ampia. Passiamo tutto il resto del pomeriggio seduti su un tappeto
nel mezzo della corte di casa, a chiacchierare e guardare i quadri e i vestiti
fatti da Olga. I giornalisti capiscono che sarà impossibile tornare a Cotonou
in serata e cominciano a domandare ad Olga informazioni sugli alberghi di
Abomey…impossibile ottenere informazioni…siamo ospiti, non possiamo andare a
dormire in altri posti. La casa non è enorme e in totale siamo almeno una
dozzina. Camille e Vincent in particolare sembrano molto spaventati. Camille perché
è un po’ “parigina” e Vincent perché è entrato in un periodo di “ramadan”…ha
promesso che non berrà alcool per tutto il prossimo mese e si domanda come farà
ad addormentarsi da sobrio nel marasma della casa. Camille inoltre ha una fobia
per i topi e comincia a domandare a Olga e ai proprietari di casa come siamo
messi a piccoli roditori nell’aperta campagna di Bohicon….domanda retorica, ma
i nostri ospiti ridono di gusto e non le danno una vera risposta. Camille
preferisce interpretare come un “no, non ce ne sono”. Più tardi nella serata
dalla mia postazione sul tappeto avrò modo di vedere più e più topini prendersi
gioco di Camille correndo da una parte all’altra della corte alle sue spalle.
Camille sente qualcosa che si muove dietro di lei, ma ogni volta che si gira il
topo di turno è scomparso…lei vede qualcosa con la coda dell’occhio e ci
domanda…la nostra risposta sarà sempre la stessa: “t’inquiètes pas, ce sont des
lizards!”…beata ingenuità, ci crede e non vede la risatina che sempre più a
fatica nascondiamo. Si fa notte, e il momento tanto temuto è arrivato…si va a
dormire. Qualcuno potrà dormire in casa, ma qualcun altro dovrà dormire fuori.
Non ho dubbi sul fatto che quei qualcuno che dormiranno fuori saremo io e
Alexandro…e a questi punti il sorrisino mi passa. Non vorrei mai svegliarmi nel
mezzo della notte con un topo in faccia! Andiamo verso il bagno per lavarci i
denti e vediamo un materasso davanti alla porta di casa con lenzuola pulite e
coperto dalla zanzariera…per noi, fantastico! Dormiamo come ghiri fino alle 10
del mattino…mi sveglia la passeggiata domenicale del gallo con la sua gallina e
i pulcini viola…alt, pulcini viola??? Mi strofino bene gli occhi…si si, son
proprio viola! Domando ad Alexandro, per cancellare ogni dubbio (…essendo
daltonico…)…conferma. Domando a Olga e mi spiega che è lei a pitturarli… “una
nuova forma d’arte?” “Ma no” – ride Olga- 
“è perché se no i falchi li mangiano!”. Olga è già sveglia da ore e si
sta occupando delle acconciature delle bambine…Alida è meravigliosa, sembra che
abbia un sacco di antenne in testa!
Andiamo a mangiare in una piccola buvette a metà strada
verso Abomey… carne di non so cosa (ha un nome strano in fon…provano a spiegarmi
cos’è ma non riesco a capirlo) con una pasta di chissacos’è condita da un sugo
a base di sangue e farina…non ho idea di cosa abbia ingerito, ma nel complesso
ho apprezzato. Finito di mangiare andiamo a visitare il palazzo di Abomey…ci
conduce per le sale e le corti una guida simpaticissima che ci racconta in
un’ora e mezza cinquecento anni di re, combattimenti e stregonerie. Scopro che
un re aveva fino a 500 mogli e che le più fedeli si sacrificavano alla morte
dello sposo. Il sangue delle spose sacrificate veniva usato per costruire la
palazzina-tomba del defunto re.
Il pomeriggio non è ancora finito…dobbiamo assolutamente
vedere le tigri e i caimani nel villaggio vicino…curioso, tigri in libertà,
cosi vicino a dei centri abitati…infatti i poveri animali non sono
assolutamente liberi. Sono proprietà del re del villaggio…una puzza
indescrivibile ci avvolge appena viene aperta la stanza delle tigri….le tre
poverette convivono in poco più di 5 metri quadrati, non si
muovono e hanno gli occhi tristi…decido di fare a meno della visita ai caimani!
Quasi commossi salutiamo i nostri meravigliosi ospiti, con
la promessa che torneremo a Bohicon. Montiamo in macchina e domando ai ragazzi
di fermarci 5 minuti lungo la strada per comprare degli ananas, che costano
meno che a Cotonou e sembrano essere più buoni. Passiamo per un villaggio e
vedo il tipico gruppo di venditori che sta ai lati delle strade ad aspettare
moto, macchine, autobus, carretti…se appena appena si rallenta gruppo circonda
il mezzo e bussa ogni finestrino sventolando la propria mercanzia. Rallentiamo
quel che basta a far venire un mezzo infarto a Camille… i nostri venditori
sventolano per la coda delle specie di ratti lunghi un metro…Alexandro capisce
che se rallenta ancora un po’ Camille ci resta secca…rinuncio agli ananas e
proseguiamo fino a Cotonou.
Questa mattina arrivato in ufficio mi son fermato un po’ a
chiacchierare del mio uic end con il guardiano dell’ufficio. Tra le altre cose
gli ho domandato cosa facciano con quei ratti enormi che ho visto vendere lungo
la strada…il guardiano mi guarda perplesso…ma come, sei stato a Bohicon e ad
Abomey…non hai mangiato il…e mi ha detto lo stesso strano nome che a
mezzogiorno del giorno prima mi avevano detto alla buvette…interessante
scoperta, ci siam mangiati dei bei rattoni….però forse a Camille non lo dirò!

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