Cotonou?…c’est une piscine!

Scusascusascusa…scusami blog e scusate voi che leggete…ho trascurato tutto per due settimane…e mo non so da dove cominciare…facciamo che comincio da ieri, poi nei prossimi giorni cerco di tornare indietro nel tempo e ricostruire un po…
Dunque ieri giornata di ufficio standard…con il diversivo che a mezzogiorno non ho neanche avuto il tempo di mangiare…il giorno precedente infatti la moto ha avuto qualche piccolo problemino: non si accendeva e perdeva benzina un po dappertutto. Allora ieri a mezzogiorno sono scappato a casa dove avevo appuntamento con Antoine (uno zem del quartiere). Antoine appena mi ha visto è schizzato a prendere il meccanico e in 15 minuti erano sotto casa mia…bello il meccanico a domicilio! In ogni caso son stato con loro ad assistere a tutta la riparazione e non ho avuto il tempo di mangiare. Mentre il meccanico lavorava ed io ed Antoine lo guardavamo, passa una signora urlando. Inizialmente penso sia una pazza….qui se ne incontrano spesso…gli uomini pazzerelli li riconosci al volo perché spesso girano coperti di nulla più che una maglietta….le donne pazzerelle non sono altrettanto facilmente identificabili…dopo poco passa un’altra donna urlante; intuisco che si stanno urlando addosso…chiedo ad Antoine e al meccanico che cosa succede ma non rispondono. Le donne si fermano esattamente di fronte a noi e cominciano a discutere sempre più animatamente…in pochi secondi sono passate alle mani, nell’arco di un minuto si sono strappate vicendevolmente le maglie, dopo due minuti la più piccoletta ha delle belle pietrone in mano. Io sono allibito. Non tanto dalla scena, quanto dal fatto che si sia creato un notevole capannello intorno alle due lottatrici e nessuno intervenga. Quando la cosa si fa pericolosa una donnina non più alta di 150 cm con tanto di bimbo legato sulla schiena interviene per separarle. Penso che stia dando il la e che uno degli omoni che mi stanno accanto intervenga a sua volta. Nulla, nessuno ci mette becco. Io da quando sto qui cerco di adattarmi e fare come fanno gli altri…nessuno interviene, non intervengo neanche io…non so nulla, non capisco perché litighino, in fon non posso comunicare posso dire solo buongiorno, grazie, arrivederci, nonmichiamoYovòilmionomeéTommaso, hai lavorato un po?si si un po…nessuna di queste frasi mi sembra adatta alla circostanza…domando ad Antoine (che è veramente grosso) perché non
intervenga e mi risponde con un "sono cose di donne". Il meccanico é
troppo preso dal carburatore per darmi una risposta. In ogni caso le
donne si allontanano e continuano ad urlare 500 mt più in la. La moto è
riparata, sono già le 2.15 e io devo schizzare in ufficio…senza
pappa. Lavoro fino alle 6 e 15…pronto per uscire, mi compare Lorenza
su skype..beh, un salutino è d’obbligo…il salutino diventano 20
minuti…finiscola chiacchierata, spengo il computer, lo ficco nello
zaino, scendo le scale, varco la soglia…e qualcuno ha aperto un
rubinetto enorme su tutta Cotonou…fuori comincia il diluvio
universale….vabbé, stiamo calmi. Torno nel mio ufficetto, riaccendo
il computer e mi accorgo che mi sta piovendo addosso. E’ da due
settimane che hanno cominciato dei lavori nel mio ufficio. Due
settimane che vivo senza una finestra, senza climatizzatore e senza
ventilatore. Due settimane che alle 8 del mattino sto già sudando e non
vedo l’ora di tornarmene a casa. Ieri con la pioggia abbiamo raggiunto
delle temperature ragiovevoli…in compenso l’ufficio si è totalmente
riempito d’acqua…quindi non sono non potevo tornarmene a casa, ma ho
dovuto anche spostare 5 pile di libri e documenti che stavano a terra
(stavano a terra perché prima erano in una libreria che hanno dovuto
togliere due settimane fa, quando cominciarono i lavori)…in ogni caso
non posso neanche troppo lamentarmi, perché l’ufficio del capo (che
avevano appena finito di ristrutturare) era mooolto più allagato del
mio: a lui l’acqua è entrata dal soffito, dal climatizzatore e dalla
finestra…viva i lavori fatti bene! Finito di spostare le cose a
rischio umidità dall’ufficio decido di affrontare la pioggia e tornare
a casa: ho il tremendo sospetto di aver lasciato qualche finestra
aperta. Ovviamente con me non ho nulla per affrontare il diluvio.
Quando sono uscito di casa c’era il sole, e alle prime piogge mancano
ancora due settimane come minimo. Appena monto sulla moto mi viene in
mente Olga…tutte le volte che le domando com’è Cotonou con la pioggia
ride come una matta e mi dice "vedraivedraièbellissimo"…a me
bellissimo non sembra. E’ tutto buio, ho come l’impressione che
lampioni di Cotonou (per carità, ce ne saranno 20 in tutta la città) e
acqua non vadano d’accordo. Esco dalla palazzina e mi trovo in un
infinita piscina. Purtroppo non sto scherzando…è un susseguirsi continuo di
pozzanghere marroni profonde mezzo metro che occupano tutta la
larghezza della strada. Ci metto 45 minuti ad arrivare a casa, ovviamente bagnato fino alle ossa…e non è ancora la stagione delle piogge. A casa non avevo lasciato finestre aperte, eppure il salone è pieno d’acqua. Cerco di capire da dove è entrata e ancora una volta ringrazio la genialità degli archiettetti beninoises. E’ troppo complicato da spiegare..proverò a fare delle foto…fatto sta che il sistema costruito non permette affatto lo scolo dell’acqua ma anzi, se piove permette all’acqua di entrare…in Senegal mi si è allagata la casa parecchie volte, e ho imparato come asciugare abbastanza in fretta…quindi ho preso il secchio, la paletta (quella che si usa con la scopa) e un po di stracci e ho cominciato a svuotare il salone…ho riempito tre secchi da 15 litri…dopodiché son dovuto uscire, senza nessunissima voglia, ma era deciso da tempo che avrei conosciuto Alain a casa di Gaetan…ma di Alain parleremo un’altra volta, che se no qui non si lavora più.

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