Uic end

Ufff, di nuovo lunedi. Il uic end é stato davvero simpatico, ma la giornata di oggi é cominciata malino. Ero sul mio zem come sempre e a un certo punto il conducente comincia a dire "oi oi oi, no no no". Sporgo un po la testa in avanti e in effetti lo spettacolo non é dei più simpatici. Un signore é steso lungo la strada in una pozza di sangue e in una posizione decisamente innaturale, ribaltato sul suo motorino. Ci passiamo accanto e lo zem si fa il segno della croce. Questo signore alla otto del mattino ha finito la sua giornata. Per sempre.
Il uic end.
Venerdi nel tardo pomeriggio sono riuscito a intruffolarmi all’aperitivo organizzato per la ministra di non so cosa (il sistema belga é davvero molto complicato) della regione di Bruxelles capitale in visita a Cotonou. Gaetan m’ha presentato alla ministra come un giovane inviato dall’italia nel quadro degli scambi nord-nord per lo cooperazione nel sud. Grande sorriso della ministra che mi invita subito a bere. I Belgi sembrano non pensare ad altro. Geniale. La serata continua al Centre Culturel Français per finire nella più classica delle boite à pute. Sulle boite à pute ci sarebbe da scrivere un libro. Oggi purtroppo non sono in vena, ma prima o poi un post dedicato alla fauna di questo tipo di locali dovro’ dedicarlo.
L’indomani partiamo per andare a campeggiare selvaggiamente sulle rive dell’Ouémé. Ci fermiamo lungo la strada per mangiare il buonissimo porc grillé e l’ignam (una sorta di polenta di manioca) a Adjohon (il paese dei tamburi!) per poi proseguire lungo kilometri e kilometri di pista sterrata nella foresta. Verso le sei ci fermiamo per montare le tende…operazione che é risultata tutt’altro che facile. In pochi minuti si é diffusa la voce che un gruppo di ben 6 iovo’ sta montando delle strane casette portatili lungo il fiume. Una trentina di persone fa un cerchio serratissimo intorno a noi e ci guarda un po sbalordita. Più di una persona ci domanda se staremo a vivere li per sempre. Vincent e Alexandro nel frattempo sono andati nel villaggio per cercare qualcosa da mangiare per la sera e un po di legna per fare un piccolo falo’. Scoprono che al villaggio ci sarà una festa. Alle dieci e mezza siamo li. La popolazione locale é a dir poco entusiasta, ci offrono la soda bi (una sorta di distillato di palma) e a me sembra il più buon super alcool che abbia mai bevuto. Ci gettiamo nelle danze e guardare Alexandro, Venezuelano, che ingaggia una sorta di gara di
ballo con il più bravo ballerino del villaggio ha dell’incredibile.
Vengono da due continenti totalmente differenti e hanno trovato il loro
linguaggio comune. Ci viene servito un altro giro di soda bi, che a me
sembra sempre più buona e ci inghinocchiamo davanti al re del
villaggio. Mai e poi mai avrei pensato che avremmo fatto le quattro del
mattino anche in un villaggio sperduto nelle campagne beninoises.
L’indomani scopro che per quanto buona la sera, la soda bi al
mattino si vendica. Con un notevole mal di testa smontiamo le tende e
ci rimettiamo in marcia verso Cotonou. Visto che non arriviamo troppo
tardi decido di raggiungere Daniele al mare. La scelta paga ampiamente:
un tramonto spettacolare e i delfini che vengono fin quasi a riva a
salutarci.

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