Festival, schiavismo e zangbetò…

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in maniera del tutto passiva) al mitico FIMS, ovvero niente popò di meno che il
festival INTERNAZIONALE della musica e dello sport.
Prima di tutto cos’è e dove sta Ouidah…allora è passato tanto tempo
dall’ultima cosa scritta su questo blog e quindi forse è bene rinfrescare la
memoria…il Benin è l’indiscusso regno del voodoo. Ouidah possiamo in qualche
modo dire che ne è la capitale. E’ qui che il 10 gennaio, festa nazionale del
voodoo, vengono fatti i più grandi festeggiamenti e riti. A Ouidah si può
essere cristiani, musulmani, buddisti, induisti…qualsiasi cosa, ma al
voodooon ci si crede e i riti si fanno. Più rimango da queste parti e più mi
rendo conto che il voodoon è nella vita di tutti i giorni.
Altro primato, ben più triste, della città è l’essere “la porta del non ritorno”…Ouidah
ha costituito per secoli la base da cui schiavi presi in tutta l’Africa
occidentale partivano per non tornare più. La meta era principalmente il Brasile
e non per nulla a Ouidah esiste ancora un "quartiere brasiliano",
dove gli schiavi venivano acquistati e marchiati con il ferro ardente. Qui, in
catene, venivano obbligati a fare diverse volte il giro attorno all’“albero
dell’oblio”. Si credeva che cosi facendo gli schiavi avrebbero dimenticato
tutto il loro passato. Venivano condotti poi alla casa oscura, dove
venivano tenuti per intere settimane, al buio e in catene, in attesa
dell’arrivo delle navi negriere. Nella casa oscura (zomai) gli schiavi stavano
strettissimi, una sola donna si occupava di nutrirli, per settimane venivano
lasciati li, rinchiusi…spesso ne morivano…zomai è stata spesso una fossa
comune. La cosa più tragica è che in Benin lo schiavismo esiste ancora. Al
mercato Dantokpa è normale vedere squadre di bimbi tra i 5 e gli 11 anni
lavorare…dalla pulizia del mercato a lavori ben più tosti..sono bimbi
raccolti dai trafficanti nei villaggi…il fenomeno è ben conosciuto e in fon
si chiama "vidomegons" che vuol dire "bambini piazzati,
trafficati"; i trafficanti si presentano alle famiglie delle aree rurali,
dove spesso mancano le scuole, dicendo che porteranno i figli a vivere in
città, in situazioni migliori. Si occuperanno della loro educazione…e invece
alcuni vengono costretti a lavorare, altri vengono venduti in Nigeria, in
Gabon…opppsss…non voleva assolutamente essere una lezione di storia questa…
Festival Internazionale della Musica e dello Sport. 4 tipi
di competizione: beach volley, calcetto, nuoto e bocce. Totale partecipanti:
non più di 20! Internazionale…mica troppo…
Io non ho partecipato a nessuna gara, e sono comunque arrivato
quarto!…viva il Benin! Le gare sono state accompagnate dal ballo degli “zangbeto”..i
guardiani della notte. Sono delle specie di coni di paglia alti circa due metri
che ballano. A vederli sono abbastanza ridicoli, soprattutto quando si muovono.
L’occidentale che vede lo zangbeto inevitabilmente sorride…è talmente evidente
che sotto questo mucchio di paglia si nasconde qualcuno. Guardavo alla scena
sorridendo, da bravo italiano tutto razionale, quando lo zangbeto viene ribaltato e messo a testa in giù…cavoli,
non c’è nessuno dentro..anzi, viene tirato fuori un serpente. Beh, la persona
che muove st’ambardan si sarà nascosto nella parete…mi sporgo un po’ nella
ressa indaffarata a guardare lo spettacolo…io non vedo nessuno neanche nella
parete…poi insomma, la parete è spessa si e no 20 cm! Sylvain si butta a terra per vedere da vicinissimo…sostiene di aver
visto rapidamente un piede ritirarsi nella parete, ma non è tanto convinto e ancor meno convincente…Io non l’ho visto…e visto
che Tommaso non crede se non vede, per me lo zangbetò è un’assoluta e misteriosissima
magia. Attenzione: se lo zangbetò ti vede andare in giro di notte ti inghiotte, perché di
notte si dorme; chi non dorme è sicuramente in giro a rubare…facciamo cosi, io
credo al fatto che lo zangbetò sia guidato da uno spirito, però lo zangbetò mi
lascia la possibilità di andare il giro la notte senza farmi inghiottire…fair
enough?

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